Tra pochi giorni al via a Paestum la XVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, con un programma fitto di eventi sui temi della tutela, della ricerca, dell’occupazione e del turismo.
Per il secondo anno di fila uno degli innumerevoli incontri sarà dedicato all’archeologia ed al suo racconto sul web.
Con il titolo SOCIAL MEDIA & ARCHAEOLOGICAL HERITAGE. ARCHEOBLOG: RACCONTARE L’ARCHEOLOGIA NEL WEB, venerdì 31 Ottobre alle ore 15 gli archeoblogger italiani faranno il punto sulla questione, lanceranno idee e stimoli di riflessione futura. Dopotutto, i tempi del web maturano rapidamente e tante cose sono cambiate da quando nacquero i primi pioneristici blog di archeologi che parlavano di archeologia.
Ma chi è l’archeoblogger, se una tale figura (mitologica?) esiste? O meglio da cosa sono accomunati gli archeoblogger italiani? E perché è importante che si incontrino?
Abbiamo raggiunto Cinzia Dal Maso, archeologa, giornalista, blogger, che da anni si occupa di archeologia sulle più importanti testate nazionali, promotrice dell’incontro.
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Ciao Cinzia e benvenuta sulle pagine virtuali di Professione Archeologo! Iniziamo con una domanda difficile. O forse no. Chi sono secondo te gli archeoblogger italiani?
Domanda facilissima, visto che il termine l’ho inventato io pensando a tutti quelli che credono nell’importanza di raccontare l’archeologia, e in generale la nostra storia, nel web. Ho usato il termine “blogger” perché suona bene, ma vuole comprendere anche chi non ha propriamente un blog ma usa i canali social o altro. Anche se, a parer mio, il blog ha una funzione insostituibile in un piano di comunicazione via web: è la vera cabina di regia. Ultimamente è, per così dire, “scaduto di tono” perché pochi giovani scelgono di usarlo. Forse anche perché è un impegno importante. Credo però che non tramonterà mai perché senza una regia non si va da nessuna parte. Comunque a Paestum sentiremo cosa ne pensano gli altri archeoblogger: sarà uno dei temi del nostro dibattito.
Come è nata l’idea di avere un incontro di archeoblogger all’interno di una rassegna così importante come la BMTA? E quale è stata la risposta iniziale da parte degli archeologi presenti in rete?
I blogger di altri settori si sono coordinati da tempo, e così si sono fatti conoscere e sono ora delle star. Certo, noi non possiamo competere con chi si occupa di moda, cibo o turismo, però possiamo anche noi ampliare di molto il nostro pubblico e far sentire la nostra voce. Però dobbiamo essere uniti e gridare forte tutti assieme. Per questo ho voluto riunire gli archeoblogger: per creare una squadra.
L’ho fatto alla Borsa di Paestum perché a tutt’oggi è l’occasione d’incontro più importante per l’archeologia, e molti di noi la frequentano già da tempo. E perché l’ideatore della Borsa, Ugo Picarelli, è persona molto sensibile a quanto di innovativo accade nel nostro settore, e ci ha subito dato fiducia ospitandoci. Noi, d’altro canto, siamo riusciti a dare grande visibilità alla Borsa sul web: molti suoi incontri sono finiti tra i Trending Topics di twitter proprio grazie a noi. Perché sì, tutti i blogger invitati hanno risposto con entusiasmo. L’anno scorso ci siamo visti in faccia, ci siamo conosciuti e c’è stato poco tempo per altro, ma credo che sia nata subito in tutti la consapevolezza di essere un gruppo. E ora il gruppo si sta cementando e allargando sempre più: voi stesse di Professione Archeologo siete giunte dopo il primo incontro, e state contribuendo alla grande!
Dacci qualche anticipazione. Quali saranno i temi affrontati quest’anno, oltre al ruolo del blogger? C’è stato un arricchimento del panorama rispetto allo scorso anno?
All’ultima domanda ho già risposto: Professione Archeologo è la prova dell’allargamento del gruppo. Come anche Giovanna Baldasarre di Archeokids o Alessandro D’Amore di Le parole in archeologia. Siamo un gruppo informale, nessuno deve iscriversi, però siamo apertissimi a chiunque voglia unirsi e portare idee e lavoro. Sul web nascono (e muoiono) di continuo iniziative nuove: esortiamo assolutamente gli archeoblogger che non conosciamo a farsi vivi con noi.
A Paestum parleremo di due temi caldissimi: faremo anzitutto un bilancio della presenza di musei e istituzioni culturali italiani sui social network, anche grazie ad Alessandro D’Amore che tiene monitorata la situazione dall’osservatorio privilegiato di #svegliamuseo. Quest’anno c’è stato un vero boom della presenza della cultura italiana in rete, non solo di privati e musei locali ma anche di istituzioni statali. Tutti partiti un po’ all’arrembaggio, a parte le utili indicazioni fornite da #svegliamuseo. Gli archeoblogger vantano due pionieri come Marina Lo Blundo per la Soprintendenza archeologica della Toscana, e Stefano Rossi per la Soprintendenza ligure: con loro vorremmo evidenziare con forza la necessità di un coordinamento tra comunicatori social del Ministero, e in seconda battuta anche con privati. Per creare un’immagine forte e unitaria della cultura italiana sul web che ancora non c’è.
Racconteremo poi come ci siamo organizzati per partecipare in massa al Day of Archaeology, e come quella bella esperienza, che ha dato molta forza al gruppo, sia proseguita poi nel libro Archeostorie: a Paestum annunceremo la sua uscita nel marzo 2015. Nel libro raccontiamo, in modo informale ma rigoroso, le nostre storie di archeologi che raramente usano la cazzuola e, quando la usano, il clima di scavo non è proprio quello idillico sperimentato all’università. Raccontiamo insomma cosa fanno gli archeologi nel mondo reale, e le mille possibilità di lavoro che un archeologo può avere, con un po’ di fantasia. Speriamo che ci leggano tutti gli studenti dell’università dove si insegna lo scavo paludato e poco più, ma anche quelli del liceo che non vogliono più studiare archeologia perché non dà lavoro: non è vero, i lavori sono tanti e disparati, dalla gestione museale alla comunicazione, dalla tutela allo sviluppo di comunità e territori, dal marketing al crowdfunding. Sono mestieri che esistono da tempo anche se il nostro paese non li riconosce ufficialmente, ma dovrà farlo presto perché serviranno sempre più. Archeostorie vuole “svegliare” tutti, anche chi ci governa, su questa importante verità.
Per definizione il blogger occupa gli spazi della comunicazione on line, ma come tutto in rete, la comunicazione culturale ha poi un fine molto tangibile, che è quello della promozione culturale ad ampio raggio, anche (e forse soprattutto) sul territorio. Quale potrebbe essere il contributo degli archeoblogger alla comunicazione culturale nel settore archeologico?
Sappiamo bene che la comunicazione si fa tanto online che offline. L’archeologia in particolare, che agisce sempre in un territorio preciso, deve insistere su quel territorio prima ancora di farsi conoscere al mondo. Il web è uno strumento fantastico per cooptare il mondo, e imprescindibile oggidì, ma dalla signora Pina che abita nella casetta in fondo alla via, è bene che l’archeologo continui ad andare a farsi offrire il caffè. Proprio questa peculiarità dell’archeologia che la lega volente o nolente al territorio, è forse il suo grande vantaggio e ciò che la porterà forse a insegnare ad altri l’aurea regola dell’equilibrio tra reale e virtuale. E per gli archeoblogger la regola ferrea è: mai lanciare alcunché sul web senza averlo visto o sperimentato di persona. Mai farsi prendere dal chiacchiericcio tipico di molto web e postare solo contenuti seri e verificati: solo così si trasmettono vere conoscenze, si fa comunicazione culturale vera, e un servizio serio al mondo e al web.
Tu ti occupi di comunicazione da anni. Non esistono formule per il successo, ma c’è secondo te qualcosa che non deve assolutamente mancare agli archeoblogger nostrani per essere veramente influenti nel panorama culturale, quantomeno nel settore archeologico?
Della serietà e della competenza, ho già parlato ma lo ribadisco perché è importante, ed è la ragione prima per cui certi argomenti devono essere affrontati da gente preparata e non da altri. Chi è serio e costante, prima o poi diventa anche influente. Oggi però, come in tutti i settori, servono anche idee nuove e tantissima intraprendenza. Noi siamo ancora troppo timidi: dobbiamo osare e imporci molto di più.
Grazie mille della disponibilità, Cinzia, e arrivederci a Paestum!
Grazie a voi! E a tutti: ci vediamo a Paestum!
L’appuntamento è quindi per vernedì 31 ottobre alle ore 15. Per ulteriori anticipazioni e informazioni, tenete d’occhio l’evento Facebook dell’incontro, dove stiamo in questi giorni presentando uno ad uno gli archeoblogger che interverranno (per Professione Archeologo parlerà la nostra Antonia Falcone, mentre altri membri dello staff si aggireranno più o meno furtivi tra gli archeoblogger!), e dove potete proporre le vostre domande, curiosità e osservazioni sui temi trattati.
Su Twitter gli hashtag da seguire sono #archeoblogger e #BMTA2014 che saranno utilizzato anche durante il live tweeting dell’evento.
Qui sotto trovate il video di presentazione degli archeoblogger realizzato da Francesco Ripanti.
Vi attendiamo numerosi!!
fonte: professionearcheologo.it
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